Nostra madre ci ha sempre raccontato che quando era piccina, una delle sue zie materne, la obbligava a mangiare con i libri sotto le ascelle per insegnarle a tenere i gomiti lungo il corpo e non sulla tavola. Oggigiorno, questo rigore, forse sbagliando, non è più applicato e spesso si vedono persone che piuttosto che stare sedute a tavola, sembra quasi che vi si siano sdraiate. Questa posizione non è consona, come non è educato giocare con le posate ed il pane, toccare in continuazione i bicchieri, sbadigliare, levarsi le scarpe, allentarsi la cravatta e via dicendo.
Il commensale educato, si accomoda a tavola solo dopo che si è seduta la padrona di casa, dispone il tovagliolo aperto al massimo per ¾ sulle ginocchia ed inizia a mangiare dopo la padrona di casa.
Siede con il busto eretto e sufficientemente vicino alla tavola per non dover essere costretto a piegarsi per portarsi il boccone alla bocca.
I bocconi saranno di piccole dimensioni e la masticazione avverrà a bocca chiusa. Non userà mai a tavola lo stuzzicadenti. Per fumare avrà dovuto chiedere il permesso e non lo farà mai prima del caffè.
Durante il pranzo o la cena, converserà con i vicini, ma mai con la bocca piena.
Se si tratta di un uomo, offrirà da bere alle signore chiedendo loro prima il permesso. Se serve da bere del vino appena stappato, ne verserà un goccio nel suo bicchiere per evitare che residui di sughero finiscano nei bicchieri altrui. Poi verserà da bere alle signore, di seguito agli altri commensali ed infine ne verserà per sé.
Se si tratta di una donna che non beve, rifiuterà semplicemente il vino senza mettere la mano sul bicchiere. Se invece accetta, alzerà il bicchiere mentre viene servita. Lo stesso vale per gli uomini.
Quanto all’oramai consueto “buon appetito”, nonostante molti affermino che non vada detto, sembrerebbe quasi una scortesia non augurarlo. La frase è entrata a far parte dell’uso comune e quotidiano e sottolinea l’aspetto sociale del condividere un pasto.
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