venerdì 25 novembre 2011

Natale


Eccoci qui! Questo è il primo, vero post dedicato interamente al Natale. Vi siete mai chiesti quali fossero le origini di questa festa? Da bambini ci raccontano qualcosa, ma nessuno mai ci ha spiegato quale interessante percorso ci abbia portati a celebrare la nascita di Gesù proprio il 25 dicembre. Di seguito ho provato a fare un breve excursus che spero sia esaustivo. Vi auguro, quindi, una piacevole lettura.


Il Natale, dal latino “natalis” derivato da natus, rappresenta il giorno in cui la Chiesa festeggia la nascita di Gesù e ricorre, come tutti ben sanno, il 25 dicembre.
Ma non dobbiamo pensare che questa data sia di esclusivo appannaggio dei cristiani. Prima ancora di essere scelta come simbolo dell’Avvento del Salvatore, era già diffusamente celebrata presso alcuni popoli dell’antichità molto lontani fra loro sia temporalmente che territorialmente, con usi, costumi e religioni molto diversi fra loro.
Le origini di questi antichissimi culti vanno ricercate in ciò che è ritenuto il principio della vita sulla terra e che fino dagli albori dell’umanità è stato sempre oggetto di adorazione: il sole.
Durante la celebrazione di questi riti venivano accesi enormi fuochi che illuminavano la notte e attorno ai quali si raccoglievano tutte le persone che inneggiavano con acanti e balli l’avvento della luce, la nascita del giorno ed il sole nuovo.
Nel III secolo anche Roma poteva vantare questa simbologia collegata al culto del dio sole e diffusasi quasi contemporaneamente al cristianesimo.
Fu l’imperatore Aureliano ad istituire la festa del Natalis Solis Invictis. Queste celebrazioni si svolgevano nei giorni che andavano dal 17 al 21 dicembre e toccavano il culmine proprio il 25, giorno dedicato appunto al Sol Invictus. Durante le cerimonie venivano utilizzati i simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro ed edera.
I romani avevano abbracciato il culto di Dioniso, latinizzandolo con il nome di Mitra, il cui culto, in Oriente si celebrava nella notte fra il 24 e 25 dicembre, quando i fedeli si raccoglievano in un adyton sotterraneo per compiere riti iniziatici attorno alla mezzanotte. All’alba lasciavano in processione il luogo sacro recando con sé la statuetta di un bambino, simbolo del figlio del dio Sole, nato dalla Vergine Caelestis e, quando l’astro sorgeva, recitavano in coro la formula liturgica “La Vergine ha partorito, la luce cresce”.
Agli albori della religione cristiana la festa del Natale non esisteva. Solo a partire dal II secolo, la Chiesa ha cercato di stabilire quale fosse la data della nascita di Gesù, poiché i Vangeli non ne facevano menzione.
Al riguardo, dopo le proposte più diverse.
La Chiesa Orientale si decise per il 6 gennaio che per gli antichi greci era il giorno dell’Epifania ossia l’apparizione, la manifestazione di Dioniso.
La data del 25 dicembre, appare per la prima volta nel corso del IV secolo. Il motivo per cui le autorità ecclesiastiche scelsero proprio questo giorno è molto semplice. Fu una vera e propria scelta di opportunità e, in un certo senso, di rispetto per le precedenti usanze pagane. Dalla testimonianza di uno scrittore cristiano siriaco si capisce con estrema chiarezza che i Padri predilessero questo giorno in quanto “era già in uso nelle consuetudini pagane celebrare il 25 dicembre la nascita del sole, al quale venivano accesi fuochi in segno di festa”.
Poiché a tali celebrazioni erano soliti partecipare sia coloro che s erano convertiti al cristianesimo, sia i cristiani stessi, la Chiesa si determinò a celebrare la Natività il 25 dicembre e l’Epifania il 6 gennaio.
Ma la vera e propria festa del Natale si ebbe solo sotto Costantino, quando l’imperatore decise di unire il culto di Dioniso e quello di Mitra. Tale scelta si proponeva di cancellare dalla coscienza popolare la ricorrenza pagana. Difatti, la nuova solennità divenne da subito molto popolare perché non era nient’altro che la trasformazione e l’adeguamento della festa pagana del solstizio d’inverno.
È l’imperatore Giustiniano, in seguito, a rendere legale la festa del Natale per l’Occidente.
Lo stesso Sant’Agostino riconosce le origini idolatre del Natale, quando esorta i suoi fratelli a non celebrare in quel giorno solenne il sole, come era abitudine dei pagani, ma Colui che aveva creato il sole. 

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