Eccoci qui! Questo è il primo, vero post dedicato interamente al Natale. Vi siete mai chiesti quali fossero le origini di questa festa? Da bambini ci raccontano qualcosa, ma nessuno mai ci ha spiegato quale interessante percorso ci abbia portati a celebrare la nascita di Gesù proprio il 25 dicembre. Di seguito ho provato a fare un breve excursus che spero sia esaustivo. Vi auguro, quindi, una piacevole lettura.
Il Natale, dal latino “natalis” derivato da natus, rappresenta il giorno in cui la Chiesa festeggia la nascita di Gesù e ricorre, come tutti ben sanno, il 25 dicembre.
Il Natale, dal latino “natalis” derivato da natus, rappresenta il giorno in cui la Chiesa festeggia la nascita di Gesù e ricorre, come tutti ben sanno, il 25 dicembre.
Ma non dobbiamo pensare che questa data sia di
esclusivo appannaggio dei cristiani. Prima ancora di essere scelta come simbolo
dell’Avvento del Salvatore, era già diffusamente celebrata presso alcuni popoli
dell’antichità molto lontani fra loro sia temporalmente che territorialmente,
con usi, costumi e religioni molto diversi fra loro.
Le origini di questi antichissimi culti vanno
ricercate in ciò che è ritenuto il principio della vita sulla terra e che fino
dagli albori dell’umanità è stato sempre oggetto di adorazione: il sole.
Durante la celebrazione di questi riti venivano
accesi enormi fuochi che illuminavano la notte e attorno ai quali si
raccoglievano tutte le persone che inneggiavano con acanti e balli l’avvento
della luce, la nascita del giorno ed il sole nuovo.
Nel III secolo anche Roma poteva vantare questa
simbologia collegata al culto del dio sole e diffusasi quasi contemporaneamente
al cristianesimo.
Fu l’imperatore Aureliano ad istituire la festa
del Natalis Solis Invictis. Queste celebrazioni si svolgevano nei giorni che
andavano dal 17 al 21 dicembre e toccavano il culmine proprio il 25, giorno
dedicato appunto al Sol Invictus. Durante le cerimonie venivano utilizzati i
simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro ed edera.
I romani avevano abbracciato il culto di Dioniso,
latinizzandolo con il nome di Mitra, il cui culto, in Oriente si celebrava
nella notte fra il 24 e 25 dicembre, quando i fedeli si raccoglievano in un
adyton sotterraneo per compiere riti iniziatici attorno alla mezzanotte.
All’alba lasciavano in processione il luogo sacro recando con sé la statuetta
di un bambino, simbolo del figlio del dio Sole, nato dalla Vergine Caelestis e,
quando l’astro sorgeva, recitavano in coro la formula liturgica “La Vergine ha
partorito, la luce cresce”.
Agli albori della religione cristiana la festa del
Natale non esisteva. Solo a partire dal II secolo, la Chiesa ha cercato di
stabilire quale fosse la data della nascita di Gesù, poiché i Vangeli non ne
facevano menzione.
Al riguardo, dopo le proposte più diverse.
La Chiesa Orientale si decise per il 6 gennaio che
per gli antichi greci era il giorno dell’Epifania ossia l’apparizione, la
manifestazione di Dioniso.
La data del 25 dicembre, appare per la prima volta
nel corso del IV secolo. Il motivo per cui le autorità ecclesiastiche scelsero
proprio questo giorno è molto semplice. Fu una vera e propria scelta di
opportunità e, in un certo senso, di rispetto per le precedenti usanze pagane.
Dalla testimonianza di uno scrittore cristiano siriaco si capisce con estrema
chiarezza che i Padri predilessero questo giorno in quanto “era già in uso
nelle consuetudini pagane celebrare il 25 dicembre la nascita del sole, al
quale venivano accesi fuochi in segno di festa”.
Poiché a tali celebrazioni erano soliti
partecipare sia coloro che s erano convertiti al cristianesimo, sia i cristiani
stessi, la Chiesa si determinò a celebrare la Natività il 25 dicembre e
l’Epifania il 6 gennaio.
Ma la vera e propria festa del Natale si ebbe solo
sotto Costantino, quando l’imperatore decise di unire il culto di Dioniso e
quello di Mitra. Tale scelta si proponeva di cancellare dalla coscienza
popolare la ricorrenza pagana. Difatti, la nuova solennità divenne da subito
molto popolare perché non era nient’altro che la trasformazione e l’adeguamento
della festa pagana del solstizio d’inverno.
È l’imperatore Giustiniano, in seguito, a rendere
legale la festa del Natale per l’Occidente.
Lo stesso Sant’Agostino riconosce le origini
idolatre del Natale, quando esorta i suoi fratelli a non celebrare in quel
giorno solenne il sole, come era abitudine dei pagani, ma Colui che aveva
creato il sole.
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