Come tutti ben sanno,
Halloween è la festività che ricorre il 31 ottobre ed ha, nell’immaginario
collettivo, jack – o’ lantern, ossia la zucca intagliata.
Alcuni studiosi di
folclore fanno risalire le origini della festa alle solennità romane dedicate a
Pomona, dea dei frutti e dei semi, o alla commemorazione dei defunti chiamata
Parentalia. Lo storico Nicholas Rogers, invece, conducendo alcuni studi sull’argomento,
ha notato che Halloween si avvicina molto di più alla festa celtica di Samhain che
significa approssimativamente “fine dell’estate”.
Il Samhain era il giorno
in cui si verificavano incontri soprannaturali.
La parola Halloween
compare per la prima volta nel XVI secolo ed è una variante scozzese del nome
All – Hallows – Even ossia la notte prima di Ognissanti.
Anche se questa
festività appartiene per lo più ai paesi di derivazione anglosassone, nel
nostro Paese è ormai molto diffusa l’usanza di festeggiare questa notte,
organizzando feste e balli in maschera e rievocando le funeree atmosfere cimiteriali.
Nonostante non sia una
festività che ci appartiene, Halloween ha prese facilmente piede in Italia,
poiché anche a casa nostra sono diffuse usanze tipicamente legate ai giorni di
Ognissanti e dei Morti.
Ogni regione, infatti,
ha rielaborato le usanze celtiche facendo una commistione con i riti e le consuetudini
locali.
In Valle d’Aosta nella
notte fra l’uno e il due novembre si suole vegliare davanti al fuoco imbandendo
tavole per i defunti che si crede vengano a visitare le case dei vivi.
In Piemonte, nell’apparecchiare
la tavola, si aggiunge un coperto per il defunto che viene a far visita ai
vivi.
In Veneto è, invece, diffusa
la tradizione di svuotare, intagliare e dipingere le zucche nelle quali vengono
poste delle candele che simboleggiano la resurrezione.
In Abruzzo, fra i
giovani è diffusa l’usanza di recarsi di casa in casa chiedendo offerte in memoria
dei defunti.
Per i pugliesi la
presenza degli estinti, non si limita solo alla notte fra l’uno e il due
novembre, ma perdura fino a Natale o addirittura fino alla Befana. Anche in
Puglia vi è l’abitudine di imbandire la tavola per accogliere in maniera degna
le anime dei propri cari.
I siciliani e i
napoletani considerano la festa di Ognissanti un evento magico e speciale,
soprattutto per i bambini che ricevono doni dai defunti. In Sicilia si
preparano dei biscotti denominati “ossa dei morti”, mentre in Campania “il
torrone dei morti”.
In Sardegna, le famiglie,
dopo essersi recate al cimitero, cenano senza però sparecchiare la tavola,
lasciando gli avanzi per i defunti in visita. La mattina del due novembre, i
bambini vanno di porta in porta e al grido di “Morti, Morti”, ricevono dolciumi
di ogni genere.
In Calabria, secondo la
tradizione, la notte dell’uno, un corto si dirige verso il cimitero dove, dopo
aver pregato, imbandisce direttamente sulle tombe un banchetto.
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