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lunedì 17 settembre 2012

Piedini di maiale

Capita spesso, quando si butta giù la lista dei piatti da preparare per una festa, che non si abbiano idee sfiziose per rendere più allegra la tavola.
Una delle portate che, nelle nostre famose cene proponiamo con frequenza, oltre ad essere di facile esecuzione, è anche di sicuro effetto scenico.

Ingredienti per 32 piedini:
  1. 4 pacchi di  würstel piccoli di pollo o maiale;
  2. 500 gr di pasta per la pizza o pasta sfoglia.
Prima di tutto se non utilizzerete la pasta sfoglia, preparate un panetto di pasta per la pizza.
    Mentre aspettate che lieviti, preparare quelli che diventeranno dei veri e propri piedini di maiale.
      Dividete a metà ogni würstel e praticate un'incisione a croce su ogni estremità senza arrivare fino in fondo.

      Quando la pasta della pizza sarà pronta, stendetela sottilmente e fate tante striscioline per quanti saranno i würstel da ricoprire. Io per rendere il tutto più carino, utilizzo la rotella tagliapasta .

      Mi raccomando, per la riuscita coreografica del piatto, quando avvolgete i würstel nella pasta di pizza, fate in modo da sovrapporre l'impasto proprio come se fosse una sfoglia.
      Ponete i piedini su una teglia foderata con carta da forno leggermente oleata ed infornate a 200° C fino a quando la pasta non sarà dorata.



      venerdì 27 luglio 2012

      Isca, j'arrive

      Ed eccolo qui, luglio che scivola via. Ancora un paio di giorni e arrivederci città. Le ultime incombenze da sbrigare, le ultime folli corse per arrivare "rilassata" (o almeno lo spero) al primo di agosto e poi solo mare e relax, un po' sdraiata sull'amaca che dondola, dondola, un po' seduta sotto al gazebo ma sempre con un libro in mano. 
      Stop al computer. I miei occhi, il mio cervello hanno un assoluto bisogno di riprendersi da un anno per certi versi entusiasmante e per certi altri no. Ma questa è la vita e nel bene, come nel male, bisogna godersela.
      Questo, molto probabilmente, è uno degli ultimi post che scrivo (lo dico, ma poi manterrò fede a questa promessa che ho fatto a me stessa? Staremo a vedere) e poi, arrivederci a settembre. Con nuove ricette e con la ritrovata voglia di cucinare e di ritrovarsi con gli amici di sempre per delle mega cene accompagnate da mega risate.
      Ho già preparato la valigia. Poche cose, giuste per le occasioni mondane, se ci saranno. Altrimenti, mi vestirò bene anche solo per fare una breve passeggiata.
      Il costume nuovo comprato solo ieri. 
      I solari che mi proteggeranno dalle scottature. 
      L'ipod carico di nuove canzoni che in realtà sono vecchie. 
      La valutazione se portare o meno matite, ombretti e rimmel (tanto, poi alla fine, non mi trucco lo stesso!). 
      Il quaderno delle ricette da prendere. 
      L'idea di comprare una nuova scheda per il cellulare in modo da essere irreperibile ai più. 
      La città che lentamente si svuota. 
      Il vento che se non ci fosse, si morirebbe di caldo. 
      Ed Isca, sempre lì, che mi aspetta. Arrivo, arrivo, non temere anche quest'anno ci sarò!


      domenica 3 giugno 2012

      Scrivo perché mi va...

      Questo non è un post dove parlerò di ricette e cucina. O meglio è un post dove parlerò di buon cibo e di ottima compagnia, quella di ieri sera. Lo scrivo solo perché mi va di farlo, perché è importante ringraziare le persone che ci tengono compagnia e che ci fanno ridere con le loro barzellette, raccontate alla fine di una abbondante cena a base di pizza. Tanta pizza. Troppa pizza, perché Emiliana quando la prepara è sempre esagerata nelle dosi. Ma va bene così, questa è la sua essenza più profonda. Vogliamo poi raccontare del capolavoro di torta che ha creato? Forse il più deputato a farlo sarebbe Davide. Un'estasi di sapori alla quale si dovrebbe rinunciare solo se allergici fortemente al cioccolato.
      Quindici a tavola, se non vogliamo contare la nonna che ha cenato prima di noi "perché altrimenti si fa tardi!".
      Quindici persone che il destino ha messo insieme, che si sono trovate e che si piacciono e che, spero, condivideranno un lungo, lunghissimo pezzo di vita. E dire che qualcuno mancava e quella mancanza si è fatta sentire. Perché noi abbiamo pochi amici, ma quei pochi sono preziosi e irrinunciabili.
      Ci riuniamo, parliamo, mangiamo, guardiamo dei bei film il venerdì sera a casa di Cosimo, al Cineforum! E poi parliamo ancora e mangiamo di nuovo, "sgarriamo" nonostante la dieta e non ce ne facciamo un problema. 
      Insomma è un bell'incrocio di strade dove si corre per tutta la settimana, ma poi ci si incontra al bivio, si rallenta e ci si ferma per godersi la vita che è fatta di piccole, preziose cose e tutti, indistintamente, danno il loro contributo!

      lunedì 12 dicembre 2011

      Gnocchi Villarosa e ragù di polipo

      La ricetta odierna, anzi serale, è un primo piatto molto gustoso che potrete proporre la sera della vigilia di Natale. E' sicuramente una novità che può sostituire degnamente la solita spaghettata ai frutti di mare. Di certo è un piatto più lavorato, ma il gusto vi ripagherà delle ore trascorse ai fornelli e tutti vi faranno una marea di complimenti.
      Si tratta di gnocchetti di pasta cotta conditi con un ragù di polipo da leccarsi i baffi.

      Gnocchi per 8 persone:
      1. 1 l e 250 ml di acqua;
      2. 1,4 kg di farina.
      Mettete a bollire l'acqua e nel frattempo su un piano da lavoro disponete a fontana 700 gr di farina.
      Quando l'acqua comincerà a bollire, spegnete il gas e con un mestolo, unitela poco alla volta alla farina, mescolando il tutto con un cucchiaio. 
      Una volta che l'impasto si sarà raffreddato, continuate a lavorarlo con le mani unendo la farina residua. Impastate fino a che, tagliando con un coltello, all'interno dell'impasto non si saranno formate delle bolle.
      A questo punto, dividete l'impasto in tante porzioni che andranno allungate e tagliate a dadini.
      Arricciate ogni dadino con il dito indice e disponeteli su una tovaglia dopo averli leggermente infarinati.





      Per il ragù di polipo:
      1. 1 cipolla grande di Tropea;
      2. 2 carote;
      3. 1 scatola da 400 gr di pezzettoni;
      4. 1 kg di polipo fresco;
      5. 1 bicchiere di vino bianco;
      6. sale q.b.;
      7. pepe q.b.;
      8. olio evo q.b.
      Preparate un trito di cipolla e carote e mettetele a rosolare in una pentola con l'olio evo e un bicchiere di acqua.
      Nel frattempo pulite il polipo e tagliatelo a pezzi non troppo piccoli.
      Quando il fondo sarà cotto, unite il polipo e lasciate cuocere per 40 minuti circa, trascorsi i quali sfumerete il tutto con il vino. Fate evaporare e aggiungete il pepe.
      Aggiungete i pezzettoni e aggiustate di sale. Il ragù dovrà finire di cuocere a fuoco lento per circa un'ora.
      Con questo ragù condite i vostri gnocchi e servite ben caldi.




      N.B. La pentola dove cuocerete gli gnocchi va riempita solo per metà e l'acqua va salata. Gli gnocchi saranno cotti quando saliranno a galla.



      domenica 20 novembre 2011

      Christmas Time

      Ebbene gente, per me oggi inizia ufficialmente il countdown verso il Natale che è il periodo dell'anno che preferisco in assoluto. Se potessi, senza sembrare ridicola, terrei l'albero addobbato e il presepe allestito per 365 giorni. Ma, mi rendo perfettamente conto che non si può... peccato! Avevo la smania di scrivere un intero post dedicato al Natale già da fine ottobre, però mi sono trattenuta. Non mi sembrava il caso di subissarvi di notizie inerenti all'Avvento con così tanto anticipo. Ma ora i tempi sono maturi per parlarvi delle prossime festività, delle tradizioni e dei riti che in maniera più o meno simile si svolgono in tutto il mondo.
      E anche e sopratutto del cibo che in vista del Natale diventa più elaborato e saporito. Perché, diciamoci la verità, a Natale si sovverte la semplice regola del "magiare per vivere" che diventa a tutti gli effetti, viste le cene, i cenoni e i pranzi, "vivere per mangiare".
      In vista di questo tour de force culinario, mi sono messa anticipatamente a dieta, nutrendo l'intima speranza di perdere almeno tre chili (al riguardo incrocio le dita senza esserne troppo convinta).
      Non so a casa vostra, ma nella mia il Natale diventa il tempo della frutta secca, noci, nocciole, pistacchi, mandorle, castagne, fichi, in tutte le loro versioni, sia dolci che salate.
      A tal riguardo, vi voglio suggerire un'idea molto semplice per preparare le mandorle in maniera gustosa.

      Ingredienti:
      1. 250 gr di mandorle;
      2. olio evo;
      3. sale.
      Sbollentate le mandorle in acqua bollente e privatele della pelle. Mettetele in una padella abbastanza capiente e che sia antiaderente. Accendete il gas e tostatele in modo che l'acqua che hanno incorporato evapori del tutto. In alternativa potete metterle al forno per una decina di minuti a 180°. Mia mamma preferisce asciugarle sul fuoco perché può controllare la tostatura meglio.
      Una volta asciugate, levatele dalla padella che andrà unta con 3 cucchiai di olio nel quale dovrete far rosolare le mandorle.
      Quando si saranno dorate, spegnate il gas e versatele su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso. Riponetele in un barattolo di vetro e aggiustatele di sale. Chiudete il barattolo con il coperchio e agitate in maniera tale che il sale si distribuisca su tutte le mandorle.

      domenica 13 novembre 2011

      Cinghiale in umido


      Qualche giorno fa ho avuto a cena la famiglia del mio ragazzo.
      Mio suocero, come mio papà, è un appassionato di cinghiale e dato che in questo periodo è facile reperire tale tipo di carne, ho deciso di prepararla in umido.
      La carne di cinghiale, come quella di capra e della selvaggina in genere, ha bisogno di cure particolari prima e durante la cottura. Se si riesce a superare lo scoglio dell'odore e della durezza, potrete affermare di aver cucinato un ottima selvaggina.
      Per quanto riguarda i miei commensali, si sono leccati letteralmente i baffi.



      Ingredienti per 8 persone:
      1. 2,5 kg di carne di cinghiale;
      2. mix di erbette (rosmarino, dragoncello, ginepro, maggiorana, santoreggia, chiodi di garofano e salvia) q.b.;
      3. 1 carota;
      4. 1 cipolla di tropea;
      5. 1 foglia di alloro;
      6. 2 bicchieri di vino rosso;
      7. 5 pomodori san marzano;
      8. 4 piccole mele selvatiche;
      9. pepe q.b.;
      10. sale q.b.;
      11. olio evo.

      Prima di pulire e far macerare il cinghiale, per far sì che la carne non risulti dura dopo la cottura, battetela con il batticarne.
      Su come pulirla e farla macerare, seguite il procedimento utilizzato per il ragù di cinghiale.
      Quando sarà pronta per la cottura, prendete una pentola di coccio che si presta moltissimo per la cottura della selvaggina (se non l'avete, va bene comunque una pentola in acciaio).
      Preparate il fondo con cipolla, olio e un bicchiere d'acqua e lasciate andare finché la cipolla non sarà appassita.
      Aggiungete la carne e fate rosolare per qualche minuto.
      Unite ancora un po' di erbette e la foglia alloro, coprite e lasciate cuocere per una mezzora abbondante a fuoco lento. 
      Nel frattempo scottate i pomodori ed eliminate la pelle (se non li avete in casa e vi manca il tempo di acquistarli, potrete utilizzare i pezzettoni di pomodoro in scatola), passateli al setaccio e teneteli da parte.
      Trascorsa la mezzora, sfumate la carne con un bicchiere di vino e lasciate  evaporare. 
      Aggiungete le mele selvatiche lavate, mondate e tagliate in quattro e fate cuocere fino a quando non si saranno sciolte (io le ho reperite nella campagna di mio padre e vi assicuro che non hanno nulla a che vedere con le mele del supermercato, ma se non doveste avere un albero di meline selvatiche a disposizione, utilizzate una della qualità che preferite).
      A questo punto unite il pomodoro tenuto da parte e lasciate andare fino a cottura ultimata.

      giovedì 10 novembre 2011

      Cavolfiore sì, cavolfiore no!

      Non so voi, ma io odio il cavolfiore! Sì, è proprio una dichiarazione di guerra contro quest'ortaggio che da bambina mi ha fatto passare le classiche pene dell'inferno! Ogni volta che mia mamma lo cucinava, per me era una vera e propria sofferenza, sia fisica che morale.
      Crescendo ho smesso di mangiarlo, in qualunque forma venisse preparato, fino a quando la moglie di mio cugino non me lo ha fatto assaggiare ricetatto in un modo alternativo che ora vi dirò. Il sapore rimane sempre quello dolciastro tipico del cavolfiore, ma nel complesso diventa molto più saporito.

      Ingredienti per 6 persone:
      1. 1 cavolfiore bianco;
      2. 500 gr di spaghetti;
      3. olio evo;
      4. sale q.b.;
      5. 1 spicchio di aglio;
      6. peperoncino q.b.;
      7. prezzemolo;
      8. parmigiano q.b.
      Dopo aver pulito e lavato il cavolfiore, mettetelo in una pentola e ricopritelo di acqua.
      Aggiustate di sale e lasciate cuocere. Quando sarà pronto, con la schiumarola sollevatelo e conservate l'acqua di cottura.
      In una padella, mettete a rosolare, in abbondante olio, l'aglio che eliminerete una volta imbiondito. Spezzettate il cavolfiore e ripassatelo nel condimento mescolandolo spesso in modo da farlo diventare una cremina e incorporate sia il prezzemolo che il peperoncino (che non ho messo per una questione di gusto personale).


      Nel frattempo, mettete a bollire l'acqua che avete tenuto da parte e nelle stessa cuocete gli spaghetti che scolerete al dente.
      Unite gli spaghetti al cavolfiore e fateli saltare, aggiungendo un po' di acqua di cottura se dovessero risultare asciutti.
      Prima di servire spolverizzate con del parmigiano e mantecate.
      Con questa ricetta il cavolfiore risulterà gradito anche ai bambini.


      giovedì 20 ottobre 2011

      Pizza con friarielli e salsicce


      Ieri sera cena golosissima. Ho preparato una pizza veramente buonissima come fanno a Napoli. Non si tratta della pizza tradizionale, ma di una imbottita con salsicce e friarielli.
      Se non sapete cosa siano i friarielli, ve lo spiego immediatamente.
      I friarielli sono le inflorescenze appena sviluppate delle cime di rapa e sono un piatto tipico della cucina napoletana e anche di quella romana. Il loro nome, alquanto originale, secondo alcuni deriverebbe dal castigliano frio - grelos, ossia broccoletti invernali; secondo altri, invece, deriverebbe dal verbo napoletano frijere, ossia friggere. 
      Difatti questa verdura, che al palato risulta un po' amarognola, viene cucinata soffritta in pentola con olio evo, aglio e peperoncino. Non è neanche necessario sbollentarla in precedenza.


      Per quanto riguarda la speciale preparazione che posto oggi, ho proceduto così.

      Ingredienti per il ripieno:
      1. 1,5 kg di friarielli già puliti;
      2. 6 salsicce (dolci o piccanti);
      3. olio evo q.b.;
      4. sale q.b.; 
      5. peperoncino (solo in caso di salsiccia dolce);
      6. 1 spicchio di aglio. 
      Ho messo a cuocere le salsicce con un filo di olio e un po' di acqua. A metà cottura le ho bucherellate in modo che il liquido interno fuoriuscisse. 
      A cottura ultimata, le ho sollevate dal fondo dove ho messo a soffriggere l'aglio che ho fatto imbiondire per poi eliminarlo. A questo punto ho affogato i friarielli senza l'aggiunta di ulteriore acqua, coprendo la pentola con un coperchio.
      Quando i friarielli sono appassiti, ho aggiunto il sale. Nel caso in cui la verdura dovesse rilasciare molta acqua, scoprite il tegame e fate cuocere a fiamma vivace. In questo caso aggiustate di sale solo quando l'acqua sarà quasi totalmente evaporata.
      Mentre i friarielli cuocevano ho preparato la base della pizza.

      Ingredienti per la base:
      1. 700 gr di farina 00;
      2. 150 gr di burro;
      3. 1 bicchiere di latte;
      4. 1 uovo;
      5. 1 lievito di birra;
      6. sale q.b.

      Ho dispoto la farina a fontana assieme al sale. Ho scaldato il latte nel quale ho sciolto sia il lievito che il burro, versandolo al centro della fontana. Prima di unire l'uovo ho sbattuto gli ingredienti con una forchetta per incorporare un po' di farina al liquido. A questo punto ho aggiunto l'uovo ed ho continuato ad impastare con le mani fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
      Ho formato due pagnotte di dimensioni differenti e le ho messe a lievitare, coprendole con un canovaccio.
      Dopo un paio di ore, ho preso una teglia (32 cm di diametro circa) e l'ho oleata. Con il matterello ho tirato la pagnotta più grande, ricavando una sfoglia dello spessore di 3 mm e l'ho sistemata sul fondo ricoprendo anche i bordi della teglia.
      Ho versato sulla base prima i friarielli e poi le salsicce spellate e sbriciolate. Ho steso l'altra pagnotta adagiandola sul ripieno e richiudendo per bene i bordi con la pasta in eccesso.
      Prima di mettere la pizza a cuocere, nel forno preriscaldato a 200°, ne ho bucherellato la superficie.
      La pizza sarà pronta quando si presenterà ben dorata.



      N.B. Non ho utilizzato il peperoncino, perché la salsiccia per il ripieno era già piccante.


      lunedì 12 settembre 2011

      Fagottini fantasia

      "A chi è affamato, ogni cibo è grato!"

      Condivido pienamente! Insomma, sarà capitato anche a voi di storcere il muso a tavola davanti ad una pietanza che vi avevano appena servito.

      Lo si può fare almeno per un paio di motivi. Il primo è che il cibo che vi apprestate a mangiare non è di vostro gradimento. Il secondo è che non siete affamati.

      Nostra madre direbbe anche "chi non mangia, ha ben mangiato!".

      Io aggiungerei "evviva la saggezza popolare!".

      Oggi, vorrei deliziarvi con un primo piatto che mi fa venire l'acquolina in bocca al solo pensarci.

      Non lo cuciniamo spesso (anzi Emiliana non lo cucina spesso), perché ha una preparazione piuttosto lunga e ci vuole tanta pazienza. Ora vi spiego meglio.

      Ingredienti per 4:
      1. 32 paccheri (giusto per fare cifra tonda);
      2. 500 gr di ricotta di pecora;
      3. 30 gamberetti;
      4. 1 kg di vongole fresche;
      5. 1 bottiglia di salsa di pomodoro;
      6. vino q.b.;
      7. sale q.b.;
      8. pepe q.b.;
      9. olio evo q.b.
      Sbollentate i gamberetti sfumandoli con del vino bianco. Una volta cotti, tagliateli a piccoli pezzi.


      In disparte, preparate le vongole. Ponetele in una padella capiente, dove avrete insaporito l'olio con l'aglio che provvederete ad eliminare una volta dorato. Quando i gusci si saranno aperti, sgusciatele e sfumate anche queste ultime con il vino. Una volta pronte, sollevatele dal condimento dove farete cuocere la salsa di pomodoro, aggiustandola con il sale, alla quale andranno unite le vongole.

      Nel frattempo, mettete su l'acqua per la pasta, alla quale oltre al sale andrà anche aggiunto dell'olio che impedirà ai paccheri di attaccarsi l'un l'altro.

      Mentre aspettate che la pasta cuocia, prendete la ricotta e, dopo averla insaporita con il pepe e con un paio di cucchiai del vostro sugo, unitela ai gamberetti.

      Scolate la pasta al dente (è fondamentale che non scuocia) e con l'ausilio di un cucchiaino riempitela con il condimento.

      A questo punto preparate 4 fogli abbastanza grandi di carta alluminio sui quali andranno adagiati i paccheri in modo da formare una piramide.

      Prima di richiudere la stagnola condite i paccheri con dell'altro sugo e ponete i vostri fagottini al forno preriscaldato a 180° per 10 minuti.

      Servite i paccheri ancora caldi senza levarli dalla stagnola. 

      mercoledì 7 settembre 2011

      Spada e speck

      "Se la cena non basta alle attese, il formaggio ne paga le spese"

      Eccoci di ritorno dal paesello. Abbiamo dato un mesto arrivederci al mare e siamo tornate in città. Il dovere chiama, anche se la voglia di vacanze si fa ancora sentire prepotentemente. Insomma, i giorni di relax sono sempre pochi e, mai come quest'anno, sono scivolati via velocemente. 

      Il ritorno in città è sempre traumatico... per più di un motivo. 

      Innanzitutto, la casa da pulire da cima a fondo (anche se l'abbiamo fatto prima di trasferirci al mare, per nostra madre non è mai sufficiente), tutte le nostre cose da riordinare (e vi posso assicurare che sono parecchie) e poi, volete mettere?, riprendere il contatto con la realtà è piuttosto traumatico!!!

      Ma c'è una cosa che non cambia mai, né in città, né al mare. Il buon cibo.

      Siamo, quindi, giunti alla ricetta del giorno. Si tratta di un primo, cucinato il giorno prima di risalire in città.

      Ingredienti per 6 persone:
      1. 300 gr di speck;
      2. 2 fette di pesce spada;
      3. 200 gr di pomodorini;
      4. olio evo;
      5. sale q.b.;
      6. vino q.b.;
      7. 400 gr di fusilli bucati.
      Tagliate lo speck a dadini (quando andate a comprarlo, chiedete al salumiere di lasciare un dito di grasso e di affettarlo leggermente più grosso) e mettetelo a soffriggere nell'olio (non tanto, anche perché il grasso dello speck si scioglierà).


      Quando lo speck comincerà a sfrigolare, aggiungete i pomodorini che avrete precedentemente spellato e lasciate cuocere per una decina di minuti.

      Mentre attendete, tagliate lo spada a pezzettini e poi aggiungetelo al sugo.

      Lasciate andare per ancora 10 minuti, aggiustate di sale e, infine, sfumate con il vino.

      Con questo attimo sugo, potrete condire dei fusilli bucati scolati al dente o qualunque altro tipo di pasta sia di vostro gradimento.


      mercoledì 10 agosto 2011

      Focaccia

      In queste folli sere estive (e non parlo solo del tempo) nessuno ha voglia di stare lì a pensare a cosa mettere sotto i denti. Perlomeno io, mi vorrei sedere a tavola e vorrei veder comparire la cena come per magia. Non è possibile!

      Un paio di sere fa avevo voglia di focaccia. Avrei potuto comprarla, ma dove? Ad Isca non di sicuro. Forse a Soverato, ma in questo caso avrei dovuto prendere l'auto e fare dieci chilometri per soddisfare la mia voglia. Impensabile!

      Allora ho deciso di prepararla da me e non me ne sono affatto pentita!

      Quello della foto è il risultato.


      Ingredienti:
      1. 600 gr di farina 00;
      2. 300 ml di acqua;
      3. 1/2 cubetto di lievito;
      4. 10 cucchiai di olio;
      5. sale q.b;
      6. origano q.b;
      7. pomodorini pachino;
      8. olive nere.
      Fate intiepidire l'acqua nella quale scioglierete il lievito e il sale.

      In una ciotola, disponete la farina a fontana e versate l'acqua a filo e i dieci cucchiai di olio premurandovi di cominciare ad impastare fin da subito.


      L'impasto della focaccia, che dovrà risultare piuttosto morbido, va sistemato in una teglia ben oleata e cosparso di origano.

      Infine, disponete sulla superficie sia i pomodorini tagliati in quattro parti che le olive facendo un po' di pressione.

      Cuocete in forno a 200° finché focaccia non risulterà ben dorata.


      venerdì 5 agosto 2011

      Il mosto?... Non si usa solo per il vino!

      La ricetta di oggi è molto particolare! Lo scorso settembre, ahimè, ho scoperto di essere intollerante a tutti i tipi di lievito... 

      Quando ho appreso la triste notizia, nella mia mente la pizza, il pane e tantissime altre buone cose hanno fatto "puff"!

      Capirete che tragedia per una buona forchetta napoletana come me.

      Nello stesso periodo, fortunatamente, mi sono imbattuta in una ricetta molto particolare per fare il pane senza lievito.

      L'ingrediente che permette all'impasto di crescere è, infatti, il mosto d'uva che grazie all'anidride carbonica prodotta aiuta la lievitazione.

      L'impasto fatto con il mosto, inoltre, a differenza di quello fatto con il solito lievito, può essere "maltrattato" senza che si sgonfi.

      Ingredienti:
      1. uva;
      2. acqua;
      3. sale q.b.;
      4. farina q.b.
      Le quantità non le ho specificate perché possono sempre variare, ma il procedimento chiarirà ogni cosa.

      Schiacciate gli acini d'uva e lasciateli fermentare per 2 giorni senza eliminare i semini e la buccia.

      Trascorsi i 2 giorni, noterete che sulla superficie del composto si sarà creata una schiuma. Niente paura, è il mosto che fermenta.

      Macinate l'uva fermentata nel passaverdura, otterrete così una certa quantità di succo che misurerete.

      Una volta saputo precisamente quanto succo avete ottenuto, aggiungete l'acqua la cui quantità dovrà essere la metà del succo d'uva (per intenderci, se otterrete 500 ml di succo d'uva, dovrete unire 250 ml di acqua).

      Aggiustate di sale e unite quanta farina il liquido sarà in grado di assorbire.

      Lasciate "lievitare" per almeno 6 ore in un recipiente unto con olio evo.

      Trascorso il tempo necessario per la lievitazione, infornate a 200° fino a che la parte superiore e quella inferiore, risulteranno ben dorate.

      Lo stesso impasto può essere utilizzato per fare pizze e focacce.

      Mangiato caldo è una meraviglia!



      Appena sfornato, l'ho proposto a cena con fichi spalmati e prosciutto crudo. Anche un po' di parmigiano ha il suo bel perché.

      Una vera delizia!


      N.B. Si possono utilizzare tutti i tipi di farina(00, integrale e di grano duro) e potete unire all'impasto gli aromi che preferite.

      Io ho provato le varianti con il rosmarino. l'origano e le olive.

      Insomma, sbizzarritevi come volete. 

      lunedì 1 agosto 2011

      Pesto a modo mio!

      Buon lunedì da Isca sullo Ionio!!! Siamo già al giro di boa di questa strana e pazza estate. Anche se il tempo ha lasciato un po' a desiderare, speriamo che le cose migliorino... 

      Sapete cosa mi piace dell'estate? I profumi, i colori e i gusti che durante l'inverno sonnecchiano.

      Ci hanno regalato una bustona di basilico fresco e per non buttarlo via, ho deciso di fare un buon pesto. Quello classico genovese, al quale ho, però, aggiunto un ingrediente che solitamente non c'è.

      Frullate il basilico con l'olio evo, i pinoli, il formaggio grattugiato, un misto di parmigiano reggiano e pecorino, e il sale (non ho messo l'aglio e poi scoprirete il perché).

      Solitamente, per preparare il pesto occorrono un mortaio di marmo e un pestello di legno, tanta pazienza e olio di gomito, ma per fare più in fretta va benissimo anche il frullatore, come ho fatto io.

      Quando tutti gli ingredienti saranno stati ridotti ad una crema, unite il mascarpone e frullate ancora per un paio di minuti.

      Con questa deliziosa mousse potete condire sia della pasta fresca, come spaghetti alla chitarra (quelli della foto), o dei tramezzini. Entrambi risulteranno buonissimi!

      domenica 31 luglio 2011

      Fan delle sorelle

      In questa sonnecchiante domenica di fine luglio, mi è sembrato giusto dedicare alcuni minuti al blog!

      Finalmente posso considerarmi in ferie con tutto ciò che ne deriva e, vi posso assicurare, che mi sto rilassando in compagnia dei miei libri e delle ricette che sto sperimentando!

      Non potete immaginare quanto sia rilassante cucinare...

      Alcuni giorni fa, un nostro lettore o una nostra lettrice, ci ha lasciato un commento con annessa una ricetta per un primo piatto piuttosto adatto al periodo.

      Ho deciso di sperimentarla oggi e non vi dico che bontà! Dovete assolutamente provarla anche voi! 

      Rivolgiamo, quindi, un doveroso ringraziamento al misterioso lettore e intitoliamo questo primo, colorato e profumato, proprio con il suo pseudonimo.

      Ingredienti per 6 persone:
      1. 2 peperoni (uno giallo e uno rosso);
      2. 3 zucchine striate;
      3. 3 melanzane di medie dimensioni;
      4. olio evo;
      5. filetti di acciughe;
      6. sale q.b.;
      7. ricotta affumicata;
      8. 600 gr di strozzapreti.
      Fate un milpois con le verdure dopo averle lavate e aver levato la mollica in eccesso sia dalle zucchine che dalle melanzane.


      In una padella fate soffriggere l'olio evo con 4 o 5 filetti di acciughe finché queste ultime non si saranno del tutto sciolte.

      In questo stesso olio cuocete le verdure aggiustandole di sale.

      Scolate la pasta al dente e mantecatela nella verdura. Pochi minuti prima di spegnere il gas, grattugiate la ricotta affumicata e continuate a mescolare.

      Dopo aver impiattato, un'altra grattugiata di ricotta e... via! Buon appetito!


      venerdì 29 luglio 2011

      La parmigiana della suocera

      Finalmente in vacanza! Da un paio di giorni ci siamo trasferite al mare anche se il tempo non è prettamente estivo... così come il piatto che stiamo per proporvi.

      Ebbene sì, anche da questa ridente località balneare non abbandoniamo il nostro blog e i nostri cari lettori.

      Il perché di questo titolo al piatto? E' presto detto. La parmigiana in questione è stata preparata da Pina, la suocera di Emiliana.

      Ingredienti per 10 persone:
      1. 2 kg di zucchine striate;
      2. 2 kg di patate a buccia rossa;
      3. mozzarella o provola;
      4. salsa;
      5. parmigiano q.b.;
      6. olio evo;
      7. sale q.b.

      Tagliate le zucchine e le patate verticalmente e friggetele, disponendo le zucchine su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.

      Nel frattempo, preparate un sugo semplice insaporendolo con olio evo, sale e basilico.

      Quando il sugo sarà pronto, versatene un mestolo nella teglia che utilizzerete per cuocere la parmigiana.

      Disponete sul fondo della teglia uno strato di patate e uno di zucchine, ricoprendolo con la mozzarella o con la provola tagliata sottilmente e cospargete di sugo e parmigiano.

      Ripetete l'operazione per quante volte desiderate, premurandovi di concludere gli strati con le zucchine che andranno cosparse di sugo e formaggio.

      Infornate a 200° fino a quando il parmigiano non sarà diventato dorato, facendo bene attenzione a non far bruciare il sugo.

      E' ottima anche servita fredda.

      Per i più golosi, il piatto può essere arricchito con un salume a piacere.